Le torri di Offagna

Ofelia

Di Ofelia ci si innamora. Di storie ne sono state raccontate molte e molti giurano di averla vista durante le Feste Medievali. Ofelia è diventata leggenda ad Offagna per la sua triste storia.

Insieme allo Studio 2Sides di Offagna abbiamo scoperto la creazione di un progetto editoriale e artistico che ha ricostruito tutta la storia di questa incredibile donna.

Simbolo per molte femministe, personaggio di cultura e dalle grandi capacità che all’epoca vennero offuscate per motivi di potere. Ha saputo viaggiare per l’Europa ed incontrare le più illustri menti e personaggi del periodo storico.

Negli anni è stata protagonista di ballate e di racconti, forse a volte inventati, forse altre trasformati in vere e proprie leggende che nei secoli sono diventate il tessuto di questo territorio.

L’ultima testimonianza che racconta l’ultimo avvistamento di Ofelia
La Rocca è aperta ai visitatori, tra l’altro rappresenta una
testimonianza di vita e uno spaccato di realtà medioevale di affascinante interesse. Per abitudine e per comodità i volontari che si occupano dell’apertura e della chiusura tengono un quaderno dove con attenzione e cura vengono registrati gli ingressi e le uscite dei visitatori.
Ebbene l’altro giorno quasi a ora di chiusura usciva l’ultimo ospite delle sale, puntualmente registrato dalla volontaria sul quaderno. La ragazza ha chiesto al turista se vi fossero altre persone all’interno dei locali, una domanda di prassi anche se ben risultava che nessuno altro era stato registrato e quindi nessuno poteva essere ancora presente. Ma il visitatore ha avvertito che in una delle stanze c’era ancora una signora. Una visitatrice che si era attardata? Strano ha pensato la volontaria all’ingresso, dal registro delle presenza non risulta essere entrata alcuna signora da sola. Nonostante questo entra e fa il giro delle sale, una per una, chiedendo se ci fosse nessuno, visto che era prossima ormai l’ora di chiusura. Le sale non solo erano vuote ma nessuno ha risposto al suo richiamo.

Paora

Immersione nella leggenda del fantasma di Paora, un enigma che affascina da secoli le terre tra Osimo e Offagna, dove le antiche storie si intrecciano con misteri sotterranei e tesori perduti.

Al culmine del monte della Crescia, un tempo teatro delle gesta dei Galli Senoni e dei misteriosi insediamenti medievali, si celano segreti avvolti nell’ombra delle grotte e dei tunnel costruiti secoli fa dai misteriosi Giacomiti. Questi monaci eretici, condannati dalla Chiesa e costretti alla fuga, si ritirarono qui, scavando intricate vie sotterranee fino al litorale di Portonovo.

Al centro di questa leggenda si erge il fantasma di Paora, custode di un tesoro leggendario: una chioccia d’oro circondata da pulcini, un’opera di oreficeria paragonabile a quella rinvenuta nella tomba di Teodolinda a Monza. Si dice che il tesoro sia nascosto vicino a una fonte sul monte della Crescia, ma Paora, con la sua astuzia soprannaturale, inganna gli avventurieri con gorgoglii enigmatici e false piste, perdendoli tra i labirintici cunicoli sotterranei.

Coloro che hanno incrociato lo sguardo con questo fantasma lo descrivono come una vecchia dal volto pallido, avvolta in un modesto saio forse ereditato dai Giacomiti. Le testimonianze dei locali confermano la presenza di antiche grotte e tunnel, intrisi di storia e di mistero, mentre i racconti narrano di avvistamenti di Paora anche nella maestosa rocca di Offagna.

Tuttavia, il mistero si infittisce quando si scopre la mancanza di collegamenti diretti tra le grotte del monte della Crescia e i sotterranei della rocca. Come può il fantasma di Paora spostarsi tra questi due luoghi distanti, apparentemente senza alcun passaggio? Questo enigma, avvolto nella nebbia dell’antica leggenda, continua ad alimentare la curiosità e l’immaginazione di coloro che osano sfidare i confini del reale e dell’ignoto.

Rivista di paesaggi e territori
La Paora custodisce il tesoro di Offagna