Parlare in pubblico è una delle principali attività che promuoviamo qui a Offagna dove la voce e la narrazione diventano lo strumento per trasmettere racconti, pensieri ed emozioni.

Abbiamo incontrato Francesca Vitale, prossimo presidente del Club ToastMasters Marche, che vive qui ad Offagna dopo essersi trasferita qualche anno fa da Milano per scegliere una vita più tranquilla nel borgo. In attesa di poter presto condurre un’intervista per il nostro podcast, abbiamo voluto porle alcune domande scritte che potete leggere qui di seguito.

1) il linguaggio è la base della comunicazione e in questi ultimi anni ci siamo tutti, penso tutti ma non sono sicuro, accorti di come tutta la comunicazione ormai si riduce a pochi vocaboli e poca fantasia. Qual’è la tua opinione in merito?

Francesca
Il vocabolario delle persone comuni si è ristretto negli ultimi quindici anni con una velocità indirettamente proporzionale alle innovazioni presenti sugli smartphone. Più i cellulari sono evoluti ed usati e più le persone sono attratte dalle immagini in movimento, accontentandosi di osservare scene sempre più vuote girate da persone che parlano poco e male.
Parlare con un ampio lessico è una questione di esercizio ed esempio. Come per i bambini piccoli è estremamente importante ascoltare la voce dei genitori e dei fratelli raccontare storie complete o pensieri corposi per creare il proprio vocabolario, così ora le persone hanno bisogno di ascoltare dal vivo chi ha una cultura maggiore alla loro.
Se ci accontentiamo di discorsi vuoti, di rumori e mugugni, di invettive e lamentele, sarà ben difficile mantenere la ricchezza dei vocaboli conosciuti da piccoli.

2) So che sei una grande collezionatrice e lettrice di libri, ma leggere aiuta a sviluppare il linguaggio secondo te? Perché leggiamo così poco se in fondo sarebbe la chiave per una cultura della comunicazione migliore?

Francesca
 Non è vero che leggiamo poco :D
Gli italiani leggono tantissimo, basta andare in libreria per vedere quante persone si avvicinano alla cassa con più di un volume in mano.
Però specifichiamo, chi legge legge tantissimo, chi non legge non legge affatto e raramente in mezzo c’è qualcosa.
Questa situazione porta gli italiani a dividersi in due grandi gruppi: quelli che continuano a migliorare le proprie capacità imparando ogni giorno cose nuove leggendo ogni volta che è possibile, e quelli che vanno perdendo le capacità acquisite negli anni di studio pensando che la lettura non vada esercitata.
Leggere aiuta a sviluppare il linguaggio, a mantenere il linguaggio, a rallentare da anziani il decadimento cognitivo. Leggere qualsiasi cosa crea una magia.
Chi non legge è stato spaventato durante i primi anni di scuola e ha creduto che fosse un dovere, come se fossimo tutti obbligati a leggere un tot al giorno, qualsiasi tipo di libro, magari uno che proprio non ci piace, stampato su qualsiasi tipo di carta, con qualsiasi tipo di font. Leggere è meraviglia, il lettore non legge qualsiasi cosa e sfido chiunque a leggere con piacere un libro che ha la carta o l’inchiostro che puzza.
Se viene mostrata la magia ai bambini, se si permette loro di leggere nei loro tempi le storie che preferiscono, non avranno paura e si avvicineranno alla lettura anche i bambini dislessici, questi lasciati liberi di giocare con le parole, probabilmente non leggeranno mai un libro di scuola ma ameranno alla follia i propri libri.
Per migliorare la propria comunicazione consiglio vivamente a tutti di incrementare la lettura, partendo non da testi per oratori e coach ma da qualcosa di molto più piacevole e semplice, come un romanzo intrigante o un fumetto appassionante.

3) Allenamento al public speaking, sembra una cosa faticosa. La parola allenamento mi fa pensare a una gara, una competizione per cui occorre arrivare preparati. Ma cosa si vince alla fine? E poi che gara stiamo facendo esattamente secondo te?

Francesca
Lo è… è sempre faticoso mettersi in gioco e parlare davanti a persone che non si conoscono bene, almeno fino a quando non realizzi che è un gioco divertente.
L’allenamento sta nel scegliere parole comprensibili da tutti, raccontando sia fatti reali che inventati, con un tono di voce piacevole e vario.
La gara si fa principalmente con noi stessi, ci prefiggiamo delle mete da raggiungere .
In Toastmasters ci sono anche gare reali all’interno dei club, delle aree, delle divisioni e distretti, in queste occasioni si vince il riconoscimento, la gloria e l’ammirazione di chi ci ascolta.
Preferisco di gran lunga la vittoria della persona comune, perché parlare in pubblico ci fa vincere la libertà di esprimerci con chiunque, di raccontare al meglio la nostra storia senza dilungarsi, senza annoiare l’ascoltatore. L’allenamento del parlare in pubblico ci fa talmente migliorare che ci fa vincere la gratitudine di chi ci ascolta; il pubblico ride con noi, piange con noi e apprezza i discorsi su argomenti che non conosce, si mette in gioco.
Dal mio punto di vista questa è la più bella vittoria, poter raccontare qualcosa che uno sconosciuto amerà profondamente.

4) Molti sostengono che per calcare un palco sia necessario avere anche una grande capacità legata alla teatralità, qualcuno dice che deve essere innata. Sei anche tu di questa opinione? E chi è timido come se la cava?

Francesca
Non è necessario aver fatto teatro, nei club Toastmasters partecipano anche gli attori e qualcuno si sente a proprio agio, altri imparano tutto da capo perché parlare in pubblico è diverso dal recitare una parte. Quando parliamo in pubblico siamo noi stessi, anche quando raccontiamo una storia inventata, gli attori invece mettono una maschera.
L’allenamento ci porta ad osservare tutte le persone che parlano e a cogliere i dettagli di ogni stile, impariamo dagli esempi e provando ancora e ancora.
Chi è timido scopre che le emozioni è sano provarle, tutti hanno paura sul palco all’inizio. Con il passare del tempo la paura lascia il posto all’adrenalina e l’esercizio ci permette di tenere a bada le sensazioni gradevoli.
Ti confesso di essere terribilmente timida, eppure nessuno se ne accorge quando salgo sul palco.
Parlare in pubblico mi ha fatto capire che qualsiasi discorso davanti ad una platea per me era come lanciarmi nel vuoto ma che sarei atterrata sempre in piedi, la conferma mi è sempre arrivata alla fine con gli applausi.

5) Ci lasci un tuo personale consiglio o meglio un allenamento per i prossimi 12 mesi?

Francesca
Non mi piace dare consigli perché non c’è un modo di fare uguale per tutti né una velocità consigliata per tenere i discorsi, c’è chi si allena quando può e chi tutti i giorni.
In certi casi ho tenuto un discorso alla settimana per diverse settimane consecutive :) è un pò faticoso ma se si ha inventiva è possibile.
Il suggerimento è quello di non stancarsi ma considerare che più ci si esercita e più si migliora, quindi una buona velocità è quella di tenere in 12 mesi 11 discorsi.
Per ogni discorso può essere utile suddividere il lavoro di preparazione nelle settimane: la prima va dedicata allo studio del progetto, la seconda alla scelta del soggetto e l’ideazione, la terza alla stesura del testo guida, la quarta all’esercizio
Ringraziamenti e conclusioni
Ringraziando Francesca Vitale per aver risposto alle nostre domande e l’invito è quello di seguire il ToastMasters Club Marche negli incontri che si tengono ad Offagna ogni 15 giorni.
Particolare attenzione viene data negli incontri all’uso della lingua italiana, come ricerca, come piacere, come miglioramento del linguaggio che rappresenta per tutti noi un grande valore da non lasciar morire.

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